FAQ: Passaggio al DVB-T2


FAQ O.1
Quali conseguenze ha avuto lo switch-off del 2022?

Lo switch-off dei canali televisivi della banda UHF dal E49 al E60, che si è completato a fine giugno 2022, ha comportato una riduzione delle frequenze disponibili per il digitale terrestre.
Era stato deciso che gli operatori televisivi avrebbero dovuto cambiare tecnologia di trasmissione, per comprimere in modo più efficiente i segnali del digitale terrestre.

Per fare in modo che gli utenti potessero affrontare il cambiamento in modo più graduale, era stato stabilito che il cambio di tecnologia avvenisse in due fasi:

Fase 1: dal 01 settembre 2021 al 21 giugno 2022
DVB-T MPEG-2 → DVB-T MPEG-4

Fase 2: dal 21 giugno 2022 al 30 giugno 2022
DVB-T MPEG-4 → DVB-T2 HEVC

A partire dal 1º gennaio 2023 le emittenti televisive hanno la facoltà di trasmettere i propri programmi in DVB-T2 con codifica HEVC Main 10, ma ad oggi non sono state pubblicate notizie certe sul passaggio al DVB-T2 (maggio 2023).

 

FAQ O.2
Perché gli operatori televisivi sono stati costretti a cambiare tecnologia di trasmissione in seguito allo switch-off del 2022?

Per legge gli operatori televisivi sono stati obbligati a liberare la banda 700 MHz per cedere le frequenze agli operatori di telefonia mobile, che viene ora utilizzata per le reti 5G.
Gli operatori televisivi sono costretti ad adottare un nuovo standard di trasmissione e nuovi codec, per consentire di comprimere in modo più efficiente i segnali del digitale terreste e mantenerne la stessa capacità trasmissiva, per poter continuare a trasmettere lo stesso numero di programmi, nonostante la riduzione delle frequenze a disposizione per la banda UHF.

 

FAQ O.3
Qual è la differenza fra MPEG-2, MPEG-4 e HEVC?

HEVC, MPEG-4 e MPEG-2 sono tipi di codifica utilizzati per comprimere i segnali TV digitali.
MPEG-2 è stato il primo codec ad essere utilizzato dagli operatori televisivi (broadcasters) quando la televisione in Italia è passata dalla tecnologia analogica a quella digitale, durante lo switch-off del 2012.
Al codec MPEG-2 è poi seguito, a distanza di una decina d’anni, il codec MPEG-4 (o H.264), che ha consentito la distribuzione delle trasmissioni in Full HD.
Terminato lo switch-off, al codec MPEG-4 seguirà il codec HEVC (o H.265), che porterà un'ulteriore miglioria della qualità di visione, con le trasmissioni in Ultra HD.

 

FAQ O.4
Qual è la differenza tra lo standard DVB-T e quello DVB-T2?

DVB-T e DVB-T2 sono entrambi standard trasmissivi dei segnali televisivi digitali terrestri.
Rispetto al DVB-T, lo standard DVB-T2 permette di incrementare la capacità di un MUX di oltre il 50%, consentendo così di trasmettere più informazioni a parità di banda impiegata.
Il passaggio da DVB-T a DVB-T2, insieme al cambio di codifica da MPEG-2 a MPEG-4 ed in seguito al HEVC, è dunque un'operazione necessaria per permettere agli operatori televisivi di trasmettere lo stesso numero di servizi di prima, senza ridurne la qualità audio e video, sulla banda UHF che resterà a seguito dello Switch-off.
Un appunto: mentre televisori e decoder con standard DVB-T2 sono in grado di ricevere anche segnali con modulazione DVB-T (in quanto lo standard DVB-T2 garantisce la retrocompatibilità), non è vero il contrario. Di conseguenza in seguito allo switch-off è stato necessario sostituire TV e decoder che supportano solo lo standard DVB-T.

 

FAQ O.5
Quali conseguenze ha comportato lo switch-off per l'utente finale?

Per poter vedere i canali del digitale terrestre in seguito al cambio di tecnologia di trasmissione e compressione conseguente allo switch off, gli italiani devono essere dotati di un TV o di un decoder DVB-T2 HEVC Main 10 bit.
Per scoprire se il TV è in grado di gestire il nuovo standard cliccare qui.

 

FAQ O.6
Quali conseguenze ha comportato lo switch-off sugli impianti TV?

L’utilizzo di frequenze ex televisive (canali E49÷E60) da parte degli operatori di telefonia mobile può dare luogo ad interferenze sui canali DTT, quali:
il deterioramento della qualità o la perdita totale del canale E48, l’ultimo della banda televisiva;
l’intermodulazione del centralino dovuta all’eccessiva potenza di trasmissione delle stazioni 5G, problema che si manifesta con la perdita di qualità dei segnali ricevuti.

Per far fronte a questi problemi, la ditta Offel progetta e produce una vasta gamma di prodotti diversificati a seconda di quanto sia grave il disturbo dovuto ai segnali 5G e del tipo di impianto:

I filtri 5G consentono di adeguare gli impianti esistenti e continuare ad utilizzare i centralini già installati.

Filtri 5G

Negli impianti di nuova realizzazione verranno installati antenne e centralini per la ricezione TV fino al canale E48.

Antenne UHF 5G free

Centralini TV 5G free (modelli per interno)

Centralini TV 5G free (modelli per esterno)

 

FAQ O.7
Al DVB-T2 seguirà in futuro uno standard di terza generazione (DVB-T3)?

Al momento il consorzio DVB (Digital Video Broadcasting) non prevede una versione successiva al DVB-T2. Non si esclude, però, che in futuro possano essere adottate soluzioni tecnologiche innovative che richiederebbero un adeguamento agli impianti esistenti, sia per la parte trasmittente (broadcaster) che per quella ricevente (telespettatore).

 

FAQ O.8
Quando avverrà il passaggio al DVB-T2?

A partire dal 1º gennaio 2023, salvo nuove comunicazioni, le emittenti televisive hanno la facoltà di iniziare a trasmettere i propri programmi in DVB-T2 con codifica HEVC Main 10.
Per maggiori info vedi FAQ seguente (O.9).

 

FAQ O.9
A cosa è dovuto il ritardo del passaggio al DVB-T2?

Il ritardo nella adozione del DVB-T2 sembra essere correlato al “timore” di alcuni operatori nazionali che parte rilevante dei cittadini non abbia ancora TV e/o decoder idonei alla ricezione delle trasmissioni più avanzate.
Si stima, infatti, che siano centinaia di migliaia i TV ancora da cambiare.
Aeranti-Corallo, l’associazione delle TV e delle radio locali italiane che rappresenta circa 600 imprese radiotelevisive, il cui coordinatore è l'Avvocato Rossignoli Marco, chiede da mesi di fissare la data di chiusura della transizione entro fine 2023 e non guardare a chi è rimasto indietro, costringendo coloro che non hanno sfruttato i bonus per l'acquisto di TV o decoder aggiornati ad adeguarsi all'effettivo spegnimento delle vecchie trasmissioni.
Secondo l'associazione delle TV locali, si tratta di una soluzione drastica che potrebbe portare alla perdita di spettatori, ergo di incassi pubblicitari, ma strettamente necessaria affinché non venga ostacolato più lo sviluppo delle tecnologie di telecomunicazione.
Si aspetta una risposta da parte del Governo e dei produttori, oltre che delle grandi emittenti radiotelevisive nazionali.